Flop disastroso in RAI | “Programma inconsistente”: conduttore demolito senza pietà

L’emittente RAI riceve un feedback alquanto distruttivo: il nuovo programma non decolla, la stroncatura lo demolisce completamente.

RAI, specialmag.it 20220928
RAI (fonte youtube)

Le emittenti televisive cercano di offrire agli spettatori contenuti sempre più innovativi, dal taglio fresco e ammiccante. I colossi dell’intrattenimento generalista come RAI, Mediaset e La7 sono perfettamente consapevoli dell’agguerrita concorrenza intestina nel mainstream, e i nuovi format paventano spesso pesanti stroncature.

È quanto accaduto al nuovo programma di RAI 2 “BellaMà“, ideato e condotto da Pierluigi Diaco nella fascia pomeridiana della rete. Il format è un ibrido tra il genere talent e talk show, e mette a confronto i cosiddetti “boomer” con la “generazione X” tramite domande su social e attualità. Pierluigi Diaco si fregia inoltre della presenza di ospiti esclusivi in ogni puntata del programma, nonché dell’intrattenimento di un’orchestra di giovani talenti. Nonostante le carte in regola esibite, però, il conduttore rischia l’epurazione dal palinsesto RAI.

RAI 2: Pierluigi Diaco rischia grosso, Aldo Grasso lo affossa senza mezze misure

RAI 2, BellaMà, specialmag.it 20220928
RAI 2, BellaMà, (fonte youtube)

Il critico del “Corriere della Sera” Aldo Grasso ha analizzato il fenomeno “BellaMà”, motivando i tiepidissimi riscontri di share. Aldo Grasso ha sentenziato: “I programmi possono riuscire o non riuscire, vanno e vengono, il vero problema è chi resta, cioè Diaco“. Il critico ha poi argomentato: “Sono anni che non mi spiego questo mistero, questo bluff, questo “tuttologo del niente”, come è stato a suo tempo definito. Eppure è in azione tutto l’anno, in radio, in tv o come badante di ex mostri sacri“. Il riferimento pungente a Maurizio Costanzo, mentore del conduttore, precede solamente l’ulteriore affondo.

La sua mania principale è di confessare gli altri, come se la parola fosse un boccone, un’informe poltiglia che passa e ripassa da mascella a mascella, come se lo psicologismo finisse in TV solo quando è in stato di avanzata putrefazione“. Aldo Grasso ha infine concluso la sua filippica spietata: “Diaco usa un linguaggio povero, il più disonesto dei linguaggi perché consente di esprimere solo le misere idee compatibili con il suo lessico. E infatti, fateci caso (o anche no) Diaco si esprime in un vortice di ammiccamenti, di ricerca di complicità, di falò sentimentaloidi che fanno luce ma non riscaldano. Il paraDiaco vuole fare dello spettatore un complice per fare strada insieme lungo i sentieri della consolazione. Non sempre gli riesce…”.

Il severissimo giudizio del critico rischia di essere la pietra tombale sul format sperimentale di RAI 2, già alle prese con gli zoppicanti risultati Auditel. Che ne sarà di Pierluigi Diaco e di “BellaMà”?

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